Le proprietà delle palpebre, cioè la loro posizione, il contorno e anche lo stato della pelle, determinano sostanzialmente l’espressione facciale di una persona.
Poiché le palpebre possono richiedere un trattamento per l’età o motivi medici, esistono specialisti in chirurgia palpebrale. Sono in genere medici specialisti in oculistica, la cosiddetta oftalmologia, che hanno acquisito una specializzazione nella cosiddetta chirurgia oftalmoplastica.
Le palpebre umane sono formate da una palpebra superiore e una inferiore, entrambe alimentate da nervi e vasi sanguigni. I muscoli corrispondenti garantiscono la mobilità delle palpebre. Nella zona delle ciglia ci sono inoltre ghiandole sudoripare e sebacee che possono ostruirsi.
La funzione delle palpebre è idratare l’occhio attraverso la distribuzione del liquido lacrimale e proteggerlo da agenti ambientali, corpi estranei o traumi. Questa protezione è garantita dalla chiusura riflessa delle palpebre in caso di pericolo.
Ma anche le palpebre possono causare sempre più problemi e i relativi disturbi possono manifestarsi nel modo seguente:
In caso di disturbi di questo tipo o simili, è assolutamente necessario sottoporsi a un esame accurato per accertarne la causa precisa.
Gli interventi chirurgici alla palpebra sono necessari soprattutto in seguito a lesioni gravi, in caso di tumori, infiammazioni della palpebra, malattie del dotto lacrimale oppure malposizione o anche malformazione palpebrale. Tuttavia un intervento chirurgico alla palpebra può essere eseguito anche per ragioni estetiche.
Una lesione grave alla palpebra richiede tassativamente un esame immediato da parte di un oculista. Pertanto non bisogna mai aspettare che una ferita o un dolore alla palpebra migliorino «da soli», ma in caso di lesione, è necessario rivolgersi tempestivamente a uno specialista o recarsi anche in un ospedale.
Anche le palpebre possono essere colpite da tumori cutanei (noduli). La medicina distingue le lesioni benigne da quelle maligne, la distruzione di aggregazioni di tessuto o cellule a causa di lesioni o processi patologici. Le lesioni maligne sono tumori, le lesioni benigne possono essere, ad esempio, calazi, orzaioli o depositi di tessuto adiposo sulle palpebre. La perdita delle ciglia nella zona di tale nodulo può essere un’indicazione della natura maligna. Le alterazioni benigne possono essere anche voglie, noduli di tessuto connettivo, i cosiddetti fibromi, verruche o cisti. I tumori danneggiano la palpebra, l’occhio e la cavità oculare e in alcuni casi possono essere pericolosi per la vita.
Un’infiammazione frequente delle palpebre è il chicco d’orzo (orzaiolo). Le persone affette da acne o diabete ne sono colpite più spesso. La causa di questa infiammazione è un’infezione delle ghiandole situate nella zona della rima palpebrale, provocata da agenti patogeni batterici.
Anche il piccolo chicco di grandine, chiamato in medicina calazio, si sviluppa sotto forma di noduli a crescita lenta e indolore sulla palpebra. La causa è di solito un’ostruzione delle vie d’uscita delle ghiandole, che provoca un’alterazione del deflusso della secrezione ghiandolare con accumulo di sebo e quindi una reazione infiammatoria che si manifesta, a sua volta, sotto forma di gonfiore.
La blefarite – ossia l’infiammazione della rima palpebrale – è una malattia frequente con decorso cronico, spesso persistente. La causa scatenante di questa infiammazione della rima palpebrale è spesso un’alterazione del deflusso della secrezione ghiandolare. I fattori che ne favoriscono lo sviluppo sono la polvere, gli ambienti secchi e il fumo di sigaretta. Inoltre può insorgere un’infezione batterica secondaria.
Anche una malattia che colpisce il dotto lacrimale/canale lacrimale può richiedere un intervento medico. In questo caso, le lacrime scorrono sulla rima palpebrale o lungo la guancia. La vista è offuscata, gli occhi sono pruriginosi e molto arrossati. Il liquido lacrimale essiccato provoca la formazione di croste giallastre sulla cute palpebrale e nell’angolo interno dell’occhio («occhi incollati»).
Essenzialmente la medicina distingue tre tipi di malposizioni palpebrali:
Le malposizioni palpebrali causano malattie conseguenti, come arrossamento degli occhi, bruciore agli occhi, infiammazioni degli occhi o anche ulcere corneali.
Tramite la chirurgia palpebrale, la palpebra interessata viene tesa e riportata alla sua forma e posizione naturali. Di conseguenza, nella maggior parte dei casi, scompaiono anche le conseguenze.
Raramente, anche malformazioni congenite delle palpebre, come l’assenza di tessuto intorno alle palpebre (il cosiddetto coloboma), aderenze tra la palpebra superiore e quella inferiore (chiamate anchiloblefararon) o una rima palpebrale troppo stretta (blefarofimosi), possono richiedere un’operazione alla palpebra.
Più si invecchia, più la pelle perde elasticità. Può accadere che la palpebra superiore cominci a penzolare, la cosiddetta palpebra cadente, o la pelle nella zona della palpebra inferiore diventi flaccida e si formino delle «borse» antiestetiche. Entrambe le situazioni possono essere causa di disagio per motivi estetici, ma le palpebre cadenti possono anche compromettere notevolmente la vista, dato che penzolano sopra gli occhi.
Oltre all’esame ottico, possono essere utili ulteriori esami oculistici, a seconda dei disturbi, e, in base ai risultati del test effettuato, può essere necessario eseguire un intervento chirurgico in un secondo momento.
Possono essere diagnosticati:
Il termine chirurgia delle palpebre comprende sia gli interventi medici (curativi) che quelli estetici (chirurgia plastica). La correzione medica di malposizioni palpebrali o l’asportazione di tumori è necessaria per la salute e non è quindi eseguita solo per motivi puramente estetici.
Pertanto, mentre gli interventi curativi hanno lo scopo di correggere difetti anatomici e funzionali delle palpebre o asportare tumori alle palpebre, gli interventi di chirurgia plastica servono per migliorare l’aspetto estetico. Non di rado, tuttavia, è difficile separare gli aspetti funzionali da quelli estetici.
Per intervenire su cause quali la malposizione palpebrale, è necessario operare i rispettivi muscoli che ruotano eccessivamente le palpebre verso l’interno o l’esterno. Se la quantità di pelle è eccessiva, le palpebre penzolano e si formano le cosiddette palpebre cadenti o borse, che possono essere trattate tramite una semplice rimozione chirurgica della pelle in eccesso.
Anche i noduli benigni possono essere asportati senza problemi o rimossi praticando un’incisione molto piccola. In caso di noduli maligni, invece, è necessario rimuovere una zona più ampia per garantire l’asportazione dell’intera «area malata» e una distanza sufficiente dal tessuto sano.
La secchezza oculare è un quadro patologico comune e si manifesta con sensazione di corpo estraneo, bruciore, lacrimazione e arrossamento degli occhi. Se le misure di supporto, come i colliri, non forniscono più un sollievo sufficiente, il puntino lacrimale può essere sigillato con un «tappo» nel corso di un piccolo intervento chirurgico. In questo modo defluisce una minore quantità di liquido lacrimale che rimane quindi nell’occhio per idratarlo. D’altra parte, uno spostamento del dotto di drenaggio delle lacrime può causare una lacrimazione permanente dell’occhio. In questo caso, il percorso deve essere esaminato introducendo un sottile filo di plastica dall’angolo interno dell’occhio attraverso il dotto fino alla cavità nasale. Lì il filo rimane per qualche giorno per evitare che ricompaia il problema.
In genere si procede a un intervento chirurgico per la cosiddetta palpebra superiore cadente. Il rilassamento naturale della cute della palpebra determina uno sguardo stanco e annoiato. Questo può essere percepito come antiestetico e può limitare il campo visivo. La correzione chirurgica della palpebra cadente si chiama blefaroplastica e viene eseguita in ambulatorio. Per il trattamento della durata di 30-90 minuti è necessario solo un anestetico locale.
Durante l’operazione viene praticata un’incisione sottile nella piega palpebrale e da lì viene rimosso il tessuto adiposo e il tessuto cutaneo in eccesso. Grazie a questa incisione la cicatrice rimanente sarà praticamente invisibile con l’occhio aperto. In caso di pieghe palpebrali o palpebre asimmetriche, anche queste possono essere allineate.
A causa di depositi di grasso, possono formarsi delle borse che determinano uno sguardo stanco e spossato. Un sollevamento delle palpebre inferiori può risolvere questo problema. Questa procedura viene eseguita in ambulatorio in anestesia locale e dura da una a due ore. Il tessuto connettivo in eccesso e il tessuto adiposo vengono rimossi e la pelle viene tesa.
Come dopo ogni altro intervento chirurgico, anche dopo un’operazione alle palpebre è opportuno attenersi alle istruzioni del medico e sottoporsi sicuramente agli esami successivi. Immediatamente dopo l’intervento chirurgico, non si può praticare sport per alcuni giorni e bisogna evitare sforzi fisici così come il contatto dell’occhio con detergenti per il corpo o acqua.
Grazie a procedure di trattamento moderne e delicate, nella maggior parte dei casi non è più necessaria l’anestesia generale. Nella maggior parte dei casi si induce una leggera sedazione, analogamente a quanto avviene in caso di una gastroscopia, oppure si opera in anestesia locale.
Si parla di palpebre cadenti quando la palpebra mobile è solo parzialmente visibile o quasi per nulla con l’occhio aperto, perché è coperta dalla porzione dell’occhio penzolante sopra l’occhio. Per questo motivo le palpebre cadenti fanno apparire spesso lo sguardo stanco o esausto. Ma possono anche compromettere gravemente la vista.
In caso di orzaiolo, l’infiammazione può diffondersi e trasmettersi alla congiuntiva, agli occhi o alla cavità oculare. Per questo motivo: se si avvertono sensazioni generali di malessere come cefalea, febbre o gonfiore di linfonodi, bisogna consultare immediatamente un medico. Lo stesso vale quando gli orzaioli continuano a ricomparire sempre.
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